Coca Cola: la nascita di un'icona - Totalmarketing
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Immagina una festa di compleanno a cui sei andato da bambino. Pizzette, tramezzini e caramelle di ogni forma e dimensione. Poi, la regina delle bevande per feste infantili. Coca Cola. I tuoi genitori a casa non la comprano mai, perché è piena di zuccheri e ti si cariano i denti.
Ma oggi è festa: tu e gli altri bambini, dopo averne bevuta una grande sorsata, sentite un’energia scoppiettante prendervi tutto il copro ed iniziate a saltare e correre ovunque.
POV: Sei felice e lo sai.
La droga nel bicchiere
Ma tutta quell’eccitazione non sarà dovuta alle tracce di cocaina presenti nella Coca Cola?
Spoiler: No, niente allarmismo: l’iperattività è dovuta alla gioia infantile. Per quanto riguarda le sostanze stupefacenti invece, gli unici residui di cocaina rimasti sono solo nella Coca del nome.
L’8 maggio del 1886 nasceva infatti questa bevanda grazie all’intuizione di un farmacista di Atlanta che cercava un rimedio per curare alcuni disturbi.
Vediamo insieme la storia di Coca Cola e il marketing che sta dietro ad uno dei prodotti più famosi al mondo!
La nascita di Coca Cola parte dal bancone della farmacia
Alle origini la ricetta conteneva davvero un quantitativo pari a 9 mg di cocaina. Non a caso quando la si ordinava, non al bar ma in farmacia, si chiedeva “una dose”. Questo perché il farmacista che inventò Coca Cola, voleva creare uno sciroppo per curare emicrania, impotenza e dipendenza da morfina. Allungandolo poi con dell’acqua gasata e dello zucchero scoprì una bevanda dissetante e piacevole.
Infine, per il nome del farmaco, scelse di unire i nomi dei due ingredienti principali. Ed ecco che, senza sforzarsi troppo, ottenne uno dei marchi più noti in circolazione ancora oggi: Coca Cola.
Tracce di cocaina rimangono solo nel nome Coca Cola
Probabilmente se ci avessero detto che in questa bibita uno degli ingredienti principali era proprio la cocaina la nostra reazione sarebbe stata più o meno questa. Ma le cose fecero presto a cambiare.
Già nel 1888, un imprenditore, Candler, si accorse della popolarità che stava guadagnando Coca Cola e decise di acquistarne i diritti. Le successive mosse imprenditoriali furono vincenti.
Le mosse di Candler per riposizionare Coca Cola nel mercato
- Eliminare le sostanze psicotrope presenti in Coca Cola (1905) fu necessario per trasformarla da farmaco a prodotto commerciale negli scaffali dei supermercati.
- Attuare una strategia pubblicitaria intensissima per affermare la brand identity di Coca Cola. Marketing che si spinse sino a reinventare il Natale. O meglio, uno dei suoi simboli per antonomasia: avete presente il famoso vestito bianco e rosso di Babbo Natale? Una trovata pubblicitaria datata 1931, che ha sostituito il tradizionale abito verde di Santa Claus, palesemente non in palette con il brand Coca Cola.
Le mosse di Candler per riposizionare Coca Cola nel mercato
Insomma per noi oggi Coca Cola rappresenta uno status mentale e gli stessi slogan Stappa la felicità o Taste the feeling aiutano ad empatizzare con il brand al punto da convincere il nostro cervello di preferirla alla Pepsi. In che senso?
Attraverso uno studio di neuromarketing è stato dimostrato come Coca Cola debba il suo prestigio alla componente emotiva, ovvero ai sentimenti che ci legano alla sua immagine e ai valori che trasmette. (In questo articolo parliamo più diffusamente del potere del neuromarketing sul cibo ) È questo che determina la vittoria di Coca su Pepsi, nonostante il gusto di quest’ultima sia più apprezzato.
Vi state ancora domandando ancora come sia possibile scegliere volontariamente una bevanda meno buona? Chiedetelo al reparto pubblicità di Coca Cola che, purtroppo o per fortuna, si dimostra essere ancora uno dei più influenti stroyteller in circolazione.
Del resto, la controprova è lampante: ripensate a quel tavolo imbandito di un qualche compleanno alle elementari: sopra ci vedete una bottiglia di Coca Cola o di Pepsi? Non mentite, lo sappiamo che la bottiglia è quella con l’etichetta rossa e bianca.
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