Back to OLD School: caro diario… cartaceo

Foto, biglietti di cinema o concerti, dediche, canzoni, sticker e messaggi da conservare, storie. No, non è il profilo social di un adolescente medio (o il mio), ma il suo vero antesignano: IL DIARIO di scuola.

L’elemento più importante di tutti

Dalla scuola elementare, il diario rappresenta la prima forma di responsabilizzazione e di organizzazione personale, ma per intere generazioni è stato molto di più:

Il diario di scuola era status, definiva chi eri e cosa comunicavi a partire dalla copertina, dal brand e da quello che ci mettevi dentro, insomma, definiva il tuo back to school.

A fine anno scolastico le pagine scoppiavano, i più fortunati arrivavano con le copertina ancora attaccate ai fogli.

Tolte le rare eccezioni di chi usava il diario per scrivere solo i compiti, per tutti noi era il mezzo per esprimere creatività e sentimenti, o per leggere contenuti interessanti.

E adesso?

L’entrata del digitale nelle scuole, specialmente dopo il Covid-19, ha dato una grande svolta nel mondo scolastico: tutto è visibile a tutti, genitori compresi, attraverso registri e diari elettronici. L’utilizzo del diario cartaceo sembra non avere più senso. E INVECE NO.

Da una sondaggio fatto da ScuolaZoo nel 2023, emerge che il 40% degli studenti italiani preferisce ANCORA avere un diario cartaceo e, indovina? I motivi sono sempre gli stessi: confidenze, creatività e un po’ di sano daydreaming.

Sarà per questo che alcuni BRAND non mollano, anzi… vengono recuperati per non lasciarli fallire? O c’è di più?

Il caso Smemoranda, il diario di tutte le generazioni

Dal 1979 Smemoranda è stata l’agenda di tutti. Nata in una piccola tipografia, diventa più di un diario: un block notes quadrettato dove appuntare i propri pensieri, opinioni politiche e ambientaliste. Si sviluppa in un diario rivista, capace di comunicare e dare voce. Infatti, il punto forte di questo diario sono sempre stati i CONTENUTI – per rimanere in tema social– legati da un argomento comune, il tema dell’anno, e redatti da comici, attori, artisti, sportivi, politici e scrittori. Sin dalla nascita, il progetto Smemoranda è stato seguito autori come Gino e Michele (Zelig vi dice qualcosa?) allora ancora studenti. 

Negli anni Smemo è sempre stata in linea con i cambiamenti e i gusti generazionali, sia a livello di contenuti che di design, dimostrando grande ascolto del pubblico di riferimento, e per citare alcuni nomi che hanno collaborato ai testi dei diari ricordiamo Federico Fellini, Claudio Bisio, Antonio Albanese, Aldo- Giovanni e Giacomo, Checco Zalone,  Roberto Benigni, Giovanni Vernia, Michela Murgia, Chiara Gamberale, Aldo Nove, Zerocalcare, Guido Catalano e pure Sfera Ebbasta.

Smemoranda testimonial old school

“Quel DIARIO deve essere salvato”

A Gennaio 2024 la notizia shock; Smemoranda chiude i battenti, nessuno si presenta all’asta per rilevare la storica azienda che dichiara fallimento. Ma come può sparire un’azienda che da sempre da voce agli artisti del nostro paese? 

In un periodo in cui si tende più a tacere (o far tacere) e che di contro fa scopa con le richieste dei più giovani, Semoranda ha trovato dei salvatori. Lucio Santoro, imprenditore, e Valerio Benini, già produttore di materiale scolastico per Smemoranda, si sono lanciati nell’impresa che salverà l’iconica agenda, o quanto meno hanno lavorato affinché  l’edizione 2024-2025 sarà sugli scaffali dei nostri negozi preferiti.

Al contrario di altri storici marchi che producevano merchandise scolastico, Smemoranda è riuscita a sopravvivere, grazie a due elementi fondamentali: unicità e irriverenza (molte “copie” sono arrivate dopo, con contenuti decisamente più carenti) che hanno sempre caratterizzato l’agenda e rafforzato la reputazione  del brand, dandogli il significato che ha incarnato negli anni: libertà di espressione.

5 diari Smemoranda storici degli anni '00

I diari della nostra vita

Gli anni passano, i ragazzini crescono, noi invecchiamo. Cambiano le mode e i personaggi. I brand spariscono. 

Prepara i fazzoletti questo più che un back to school è un back to lacrime.

Sottobanco: Sottobanco era un brand. Possiamo dire solo questo perché le notizie a riguardo sono veramente poche. Ci ricordiamo le copertine a spirale, i fogli bucati, le cartelline trasparenti…insomma sottobanco era un diario super-personalizzabile!

back to school - diario sottobanco - vintage anni '00

ONYX: Tutte pazze per queste pupazze. Noi il brat e il demure l’abbiamo già vissuto con loro. Noi volevamo essere loro, con guanciotte e occhioni, vestite ovviamente del brand italiano Onyx. Ogni anno era una gara silenziosa a chi avesse scelto la versione più bella, non solo per il diario ma per quaderni, cartelline, raccoglitori e tutto ciò che la cartoleria poteva offrire. 

back to school - diari onyx

Diddl: Lo troviamo a limite su amazon, ma in forma ridotta e con poco merchandise, principalmente in Tedesco, lingua originale del brand e del disegnatore. Eppure, alla fine degli anni ’90 avere il diario di Diddl era essere popular… pardon ALLA MODA. Se poi potevi permetterti tutta la collezione di oggettistica il mondo era tuo.

back to school - diario DIDDL

C’è ancora speranza

Se i  giovani preferiscono acquistare i diari non è solo  perché quelli forniti dal ministero sono la cosa più vicina all’essenza i brutto. 

C’è qualcosa di più che tendiamo a non voler vedere nelle nuove generazioni o che tendiamo a togliere: esprimersi e dare loro la possibilità di prendersi delle responsabilità, crescere e imparare ad organizzarsi.

Le rose sono rosse, le violette sono blu, l’articolo l’ho scritto, i commenti ce li metti tu!

Con affetto e simpatia.



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