Come il Nudging influenza le nostre vite, ma gentilmente.

Ecco la prima cosa che mi viene in mente se penso al Nudging (il perché lo capirete leggendo il resto dell’articolo)

Kronk marketing

“Nudge”, in inglese = “spintarella, pungolo”, ovvero quella tecnica capace di influenzare le tue scelte, la tua attenzione e in caso di marketing, il tuo acquisto. Quel dito nel costato, parla direttamente con la tua coscienza, o con il diavoletto sulla spalla e spesso confabulano affinché tu  compia esatta mente quell’azione lì, ma con gentilezza. Di manipolazione parleremo dopo.

nudging significato

È quella voce che sussurra al tuo orecchio, “fai una scelta ecologica”, “compralo subito”,  “altre persona stanno guardando questa camera adesso”, parlando di marketing si inseriscono a gamba tesa dei concetti di scarsity e urgency.

Le basi: cos’è il Nudging

l nudging fa parte delle scienze comportamentali e può essere definito come “un incoraggiamento indiretto che mira ad influenzare il comportamento delle persone senza obbligarle utilizzando elementi quali facilità, pressione sociale, opzione di default, gamification.

Il concetto è stato introdotto dagli economisti Richard Thaler e Cass Sunstein nel loro libro “Nudge” (2008), che descrive come influenzare in modo “gentile” le decisioni per migliorare salute, benessere e felicità.

Scegliere senza imporre: gli esempi di nudging 

Pensa alla scelta di default al bancomat “stampa ricevuta” che è già fissa sull’opzione sostenibile, a quando eravamo piccoli e al momento di spegnere un videogioco la scelta era impostata verso il “continua” con un colore diverso o all’esperimento sociale della Mosca di Shipol, ovvero una mosca disegnata al centro in un orinatoio nel bagno degli uomini che li pinga a fare centro mossi dalla tentazione di colpire il bersaglio (siamo al massimo della sfiducia verso il genere umano? Commentiamo dopo).

Questa “spinta gentile” aiuta le persone a fare scelte più consapevoli: dalle abitudini alimentari alla gestione del traffico urbano, fino all’aumento della partecipazione al voto o alla riduzione dell’evasione fiscale. Il nudging sfrutta due modalità di pensiero: il *Sistema 1* (automatica e istintiva) e il *Sistema 2* (più lenta e riflessiva), come descritto dal noto psicologo Daniel Kahneman. Con piccoli accorgimenti, è possibile indirizzare il nostro Sistema 1 verso azioni che rispettino i nostri valori, coinvolgendo in modo consapevole anche il Sistema 2.

mosca di shipol

Come il marketing si impossessa del nudging:

Ed ecco che, dalle scienze comportamentali, alla politica e all’economia, il nudge si inserisce nel marketing, sfruttato dai brand come strumento di conversione sia on che offline. Un esempio? La frutta e verdura al supermercato visibile e all’altezza degli occhi che ti fa arrivare prima il messaggio “mangia sano” ma rimani comunque libero di comprare schifezze”. Sono gli abiti in prima battuta nel periodo di inizio saldi, o i gadget vicino alla cassa che fissi mentre sei in fila e che metti nel carrello (si , quelli che ti fanno venir voglia di tagliarti le mani mentre piangi tornando a casa e ti chiedi “ma come ho fatto a spendere così tanto).

 Anche nel marketing nutrizionale, mostrare in evidenza i minori zuccheri o grassi di un prodotto orienta il cliente verso quell’opzione. Su un e.commerce sono le etichette “nuovo”, la scelta dei colori per evidenziare un prodotto in sconto o in promo. Aggiungi una call to action livello PRO e l’acquisto è fatto. 

nudge ortofrutta

Social e dintorni: un serpente che si morde la coda

Se gli utenti influenzano il funzionamento degli algoritmi, così anche il design delle piattaforme guida le loro abitudini influenzandoli a sua volta. Questo “mutual shaping” mostra come le impostazioni di default e il design delle piattaforme social indirizzino il comportamento degli utenti

 Piattaforme come Facebook e Twitter utilizzano sottili meccanismi di nudging per influenzare le scelte degli utenti, spesso integrati nel design della user experience. L’obiettivo principale? Far trascorrere più tempo online, interagendo con contenuti e altri profili, aumentando così le opportunità di monetizzazione. 

I like sono potenti strumenti di nudging: incoraggiano le interazioni positive e frequenti con contenuti già visti o apprezzati, rinforzando l’engagement, credendo“conferma sociale”. E che dire allora della fame di like e follow che porta gli utenti a pubblicare costantemente?

nudging

Le piattaforme utilizzano anche il data nudge, “vuoti informativi” che stimolano l’utente a controllare più frequentemente le notifiche o a investire in funzioni a pagamento, generando ulteriori dati per le piattaforme. Su Facebook, ad esempio, non si vede chi ha visualizzato i propri post; su Instagram le visualizzazioni delle Storie appaiono in ordine casuale, mentre su LinkedIn solo gli utenti premium vedono i nomi di chi ha visitato il proprio profilo.

Un altro esempio classico di nudging riguarda la privacy: in passato la casella per accettare termini e condizioni era pre-impostata, rendendo più difficile il rifiuto della condivisione dei dati. Anche oggi, controllare la privacy richiede spesso diverse azioni,  che scoraggiano molti utenti a cambiare le impostazioni di default, rafforzando l’acquisizione dei loro dati. Come de-flaggare la lunga lista del “accetta cookie strettamente necessari”.

Considerazioni e riflessioni finali

Quanto il confine tra manipolazione e scelte guidate sia sottile e facilmente fraintendibile, soprattutto da chi è interessato a farci compiere determinate azioni: dalla politica alla nutrizione, dai social ai nostri acquisti, insomma, in tutti gli aspetti della nostra vita. 

E quindi le domande sorgono spontanee: alla fine della fiera, il Nudging è una tecnica subdola per limitare la libertà di pensiero, il libero arbitrio? Oppure è “una spinta” verso una consapevolezza etica maggiore, una riscoperta dei valori? E già formulare quest’ ultima riflessione è abbastanza triste. Serve una manipolazione per fare le cose giuste? Eppure sembra che questa sia utilizzata per aumentare profitti ed entrate, avvalorando il consumismo aggressivo dei nostri tempi. 

Ah, e se sembra un discorso complottista, non lo è. Sia chiaro. 

Per questo mi interessa sapere anche cosa ne pensi tu! Parliamone qui sotto!

Partecipa alla discussione

Social

Privacy Policy(function (w,d) {var loader = function () {var s = d.createElement("script"), tag = d.getElementsByTagName("script")[0]; s.src="https://cdn.iubenda.com/iubenda.js"; tag.parentNode.insertBefore(s,tag);}; if(w.addEventListener){w.addEventListener("load", loader, false);}else if(w.attachEvent){w.attachEvent("onload", loader);}else{w.onload = loader;}})(window, document);
Cookie Policy(function (w,d) {var loader = function () {var s = d.createElement("script"), tag = d.getElementsByTagName("script")[0]; s.src="https://cdn.iubenda.com/iubenda.js"; tag.parentNode.insertBefore(s,tag);}; if(w.addEventListener){w.addEventListener("load", loader, false);}else if(w.attachEvent){w.attachEvent("onload", loader);}else{w.onload = loader;}})(window, document);

© – 2023 Claudio Losciale & Tiziano Atzori