📱 Brand e sostenibilità

Le notizie sui disastri ambientali che colpiscono il nostro pianeta sono ormai all’ordine del giorno: devastazioni, incendi, temperature insolitamente elevate e lo scioglimento dei ghiacciai sono diventati parte integrante della nostra quotidianità. È responsabilità dei governi affrontare in modo risoluto la disastrosa piega che sta prendendo il nostro mondo ad oggi. Nel frattempo, invece, a livello individuale, possiamo adottare piccoli cambiamenti nelle nostre abitudini quotidiane attraverso il compimento di gesti anche minimi, ma significativi per contribuire al miglioramento della qualità della vita globale e affrontare al meglio la sfida della sostenibilità ambientale. 

Un primo passo in questa direzione è stato compiuto grazie ad un autentico cambio di mentalità tra i consumatori, i quali stanno prestando sempre più attenzione all’acquisto di prodotti di abbigliamento provenienti da marchi impegnati in pratiche etiche e sostenibili. 

Ma quando un brand può definirsi sostenibile?

Un brand, per definirsi sostenibile, non deve realizzare soltanto prodotti ecologici ma deve far sì che la produzione sia etica dal punto di vista sociale, ovvero che si tenga conto della salute dei dipendenti sul posto di lavoro, che molto spesso viene trascurata. Un sondaggio condotto da Trust Pilot e London Research conferma questa definizione di sostenibilità e mette in evidenza che, oltre l’82% dei consumatori, rinuncerebbe all’acquisto di un marchio che non rispetti standard etici. 

 

Nonostante ciò, la sostenibilità non ha ancora acquisito un ruolo cruciale nelle decisioni d’acquisto dei consumatori. 

Secondo Massimo Pizzo, direttore generale di Brand Finance, la scarsa influenza della sostenibilità in queste scelte d’acquisto può essere attribuita al fatto che questa caratteristica è considerata soltanto un valore aggiunto nelle decisioni d’acquisto dei consumatori. Infatti, un prodotto che sia sostenibile ma con prezzo elevato e scarsa qualità, difficilmente verrà acquistato. 

È pertanto fondamentale che il concetto di sostenibilità venga considerato come parte integrante del marchio. Le aziende devono seguire l’esempio di Tesla, che coinvolge i consumatori in modo da farli sentire ispirati nella realizzazione di un progetto sostenibile, sia per la comunità che per l’azienda. 

 

Alcuni esempi di grandi marchi che hanno puntato sulla sostenibilità, rivoluzionando la propria proposta di valore, sono IKEA e LEGO. 

In qualità di produttore di giocattoli in plastica, negli ultimi anni LEGO ha sperimentato diversi modi per far sì che i mattoncini LEGO vengano riutilizzati. Una di queste iniziative è rappresentata da “LEGO Replay”, un programma che raccoglie mattoncini LEGO non più in uso, per donarli a organizzazioni no profit che assicurano l’accesso al gioco dei bambini. 

Anche IKEA ce la sta mettendo tutta con le sue sperimentazioni a favore dell’ambiente. Essa sta provvedendo ad eliminare le matitine e il catalogo cartaceo, per procedere verso una maggior digitalizzazione, anche dal punto di vista pubblicitario, con la creazione di campagne incentrate sull’ambiente.  

Oltre a ciò, l’azienda dovrà far sì che il 100% dei materiali del suo catalogo sia realizzato unicamente con materiali riciclati e riciclabili. 

In conclusione, sebbene la sostenibilità non abbia ancora raggiunto la piena centralità nelle decisioni d’acquisto, è evidente che il suo impatto stia crescendo costantemente. Le aziende che riescono a coniugare in maniera equilibrata prezzo, qualità e sostenibilità non solo rispondono alle esigenze attuali, ma stanno anche gettando le basi per un futuro commerciale e ambientale sempre più promettente.

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