La Notte degli Oscar - Total Marketing
Da poche ore si è conclusa una delle notti più attese dell’anno, che ha visto trionfare Oppenheimer con ben sette Oscar. Ma anche quest’anno le sorprese non sono mancate.
I vincitori degli Oscar 2024
Nonostante le difficoltà incontrate quest’anno con lo sciopero degli sceneggiatori che ha fermato le principali produzioni hollywoodiane, la Notte degli Oscar è stata ricca di sorprese. Il kolossal “Oppenheimer”, il favorito della vigilia, si è portato a casa ben sette statuette: miglior film, miglior regista (Christopher Nolan), miglior attore protagonista (il bravissimo Cillian Murphy), miglior attore non protagonista (Robert Downey Jr.), miglior montaggio, miglior fotografia e miglior colonna sonora originale. L’acerrimo nemico “Barbie” è rimasto a mani vuote, mentre il cult “Povere Creature!” si è portato a casa quattro Oscar: miglior attrice a Emma Stone, miglior scenografia, migliori costumi e miglior trucco e acconciatura.
Quest’edizione degli Oscar, però, non era particolarmente attesa solo per i film candidati, ma bensì anche per le numerose critiche alla vigilia e per le novità apportate al regolamento.
A spasso nel "Barbieland" - Lo spot di lancio degli Oscar
Le mancate nomination agli Oscar di Greta Gerwig e Margot Robbie, rispettivamente regista e interprete principale del kolossal “Barbie”, hanno suscitato un acceso dibattito sull’assenza di parità di genere nel panorama cinematografico.
In merito a questo dibattito, Jimmy Kimmel, il presentatore degli Oscar di quest’anno, ha colto la palla al balzo, creando uno spot ad hoc per promuovere gli Oscar, immergendo il pubblico nel fantastico mondo di “Barbie”.
Questo spot è stato molto più di una semplice promozione degli Oscar. Attraverso il mondo di “Barbieland”, è stata evidenziata la scarsa considerazione delle donne nel contesto degli Oscar e del cinema in generale. Lo spot rappresentò un grido d’allarme volto ad invitare l’industria a riflettere e a compiere passi concreti verso una maggiore inclusione e rappresentatività.
La nuova riforma sociale degli Oscar
Per molti, la mancata rappresentazione dei film e degli artisti di colore agli Oscar è stata vista come un vero e proprio atto di razzismo. L’Academy si trovò di fronte una polemica che metteva in discussione la propria credibilità come istituzione rappresentativa del cinema hollywoodiano e non solo.
Nonostante il suo impegno nel promuovere l’eccellenza nel cinema, l’Academy dovette affrontare l’accusa di essere retrograda, per non essere riuscita a riflettere la ricca diversità della società.
In risposta alle controversie scaturite, l’Academy Award ha deciso di innovare con cambiamenti significativi, che riguardano principalmente l’integrazione sociale all’interno delle pellicole, specie per i candidati alla categoria più prestigiosa: quella del miglior film.
L’Academy ha dichiarato che, ai fini della nomination, un film deve rispettare almeno due di quattro nuovi standard applicabili sia davanti che dietro la macchina da presa. Tra cui:
– l’inclusione di attori appartenenti a minoranze etniche;
– 30% del cast deve essere composto da due tra le seguenti categorie: donne, LBQTI+, minoranze e/o disabili.
Questa nuova politica ha suscitato reazioni contrastanti. Mentre da alcuni è stata accolta come un passo avanti necessario verso una rappresentazione più inclusiva nel cinema, altri l’hanno criticata, definendola come “una disgrazia per gli artisti di tutto il mondo”.
In un’epoca in cui la società si confronta con questioni di equità e di inclusione, l’Academy ha deciso di porsi all’avanguardia, ponendo nuove basi per l’industria cinematografica del futuro.
Le nuove normative anti - social
I cambiamenti apportati dall’Academy non riguardano soltanto l’aspetto sociale, bensì anche il mondo social, soprattutto in seguito ad un recente avvenimento. L’anno scorso, l’attrice Andrea Riseborough ricevette una nomination un po’ a sorpresa a seguito di una vera e propria campagna pubblicitaria sui social portata avanti da diverse star del calibro di Jennifer Aniston, Gwyneth Paltrow e Charlize Theron. L’Academy alla fine non trovò riscontri sospetti sulla sua candidatura e quindi rimase valida ma, a seguito di questo caso, decise di introdurre nuove regole che riguardavano l’utilizzo dei social durante la manifestazione.
Ai candidati è infatti permesso l’uso dei social, ma non per esprimere preferenze su voti, decisioni o strategie. Vietato è anche confrontare o stilare graduatorie tra i diversi candidati, come anche rilasciare intervistate alla stampa.
Eventuali violazioni potrebbero portare a pene quali la squalifica, il ritiro della nomination o addirittura l’espulsione dall’Academy.
Ciò dimostra quanto l’Academy si sia allertata di fronte all’ormai preponderante ruolo dei social nelle nostre vite. Basti pensare anche all’enorme campagna mediatica portata avanti dai social network relativa al famigerato fenomeno “Barbienheimer“, un trend che ha coinvolto Oppenheimer e Barbie, portando milioni di persone nelle sale di tutto il mondo a vedere i film in questione come un “doppio spettacolo”.
Tutto ciò veniva ripreso e documentato sui social network, alimentando il successo di questi due film, così opposti ma accomunati dalla stessa ondata di viralità.
E voi cosa ne pensate? Ritenete che la scelta dell’Academy sia giusta o sia troppo orientata al politically correct?
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