Settimana lavorativa corta: Rivoluzione possibile?-Totalmarketing

La settimana lavorativa corta sta diventando sempre più popolare in molti paesi. Islanda, Nuova Zelanda, Spagna e Giappone sono alcuni dei Paesi ad aver testato questa nuova modalità di lavoro. I risultati sono sorprendenti.

Come funziona la settimana lavorativa corta?

La settimana lavorativa corta distribuisce il carico lavorativo su quattro giorni e prevede una riduzione delle ore settimanali. In altre parole, avresti la possibilità di lavorare dal lunedì al giovedì per 32 ore settimanali. Il week-end si estenderebbe a tre giorni e lo stipendio rimarrebbe sempre uguale.

Già nel 2018, l’Islanda e la Nuova Zelanda testarono questo nuovo modus operandi e da subito, notarono come i dipendenti fossero più rilassati e riuscissero a bilanciare meglio la vita privata con il lavoro.

La settimana corta, però, ha iniziato a “spopolare” solo di recente, a seguito della pandemia. Infatti, per via dell’emergenza sanitaria, molti lavoratori hanno iniziato a godere di ambienti e modalità di lavoro più flessibili (come lo smartworking) a cui difficilmente avrebbero voluto rinunciare.

Un caso esemplare

La settimana lavorativa corta si diffonde così in molti paesi europei, arrivando nel Regno Unito nel 2022. Qui ha portato dei risultati notevoli. Iniziamo col dirti che 61 aziende (come Dunelm e Infigo) hanno partecipato al test e che il 92% ha deciso di confermare questa politica.

La salute dei dipendenti è stata la prima a beneficiarne. In effetti, i lavoratori hanno riscontrato meno difficoltà a dormire e i loro livelli di stress, stanchezza e ansia sono diminuiti. Addirittura, il burnout è diminuito del 71%.

Inoltre, i lavoratori hanno trovato più semplice equilibrare gli impegni lavorativi con quelli personali. Il risultato? Il 70% di loro chiederebbe un aumento di stipendio se si ritornasse alla settimana lunga.

Dunelm, un'azienda inglese che ha provato la settimana lavorativa corta

Altri vantaggi della settimana corta

  • Livelli di produttività invariati nonostante si lavori meno;
  • Lavoratori soddisfatti e rilassati fanno registrare meno richieste di permessi e giorni malattia;
  • Le aziende impattano di meno a livello ambientale. Emissioni di CO2 ridotte per il minor utilizzo di trasporto, energia e acqua.

In Italia?

Il successo della settimana lavorativa corta ha spinto le  aziende italiane, tra cui Intesa Sanpaolo e Luxottica, a sperimentare questa modalità su base volontaria. Quindi, erano i lavoratori a scegliere se lavorare dal lunedì al giovedì o continuare con i classici cinque giorni settimanali. Caso totalmente diverso è quello di Lamborghini: grazie ai sindacati, i dipendenti hanno ora la possibilità di lavorare per 33 ore e mezzo.

La flessibilità è diventata un aspetto così cruciale da spingere Sace, un’azienda controllata dal ministero dell’Economia e delle finanze, a sperimentare la settimana corta presso i suoi uffici. I 950 lavoratori- che hanno aderito al test- saranno oggetto di studio da parte del Politecnico di Milano.

Il motivo? Analizzare i risultati per capire se in futuro si potrebbe implementare la settimana lavorativa corta in tutto il territorio nazionale.

Sace prova la settimana corta

Le conclusioni

Da come hai notato, la settimana lavorativa corta porta benefici alle aziende e ai dipendenti. Riducendo le ore settimanali, i lavoratori sono meno stressati e lavorano meglio. In più, si inquina meno e si potrebbe creare un ambiente lavorativo più sano.

Cosa faresti se ti dicessero che potresti lavorare di meno ma continuando a guadagnare lo stesso stipendio? Diccelo nei commenti.

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© – 2023 Claudio Losciale

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