Alto costo dei biglietti del Vinitaly? Ma se è un evento di tendenza!

Dici Veneto, dici vino, spritz e aperitivo. E dici bene.

Quale miglior location infatti se non Verona per organizzare Vinitaly? Il salone internazionale del vino e dei distillati, dal 1967, è la più importante fiera del settore viticolo e, soprattutto negli ultimi anni, è diventata famosa anche tra i non esperti.

In questo articolo analizziamo i motivi per cui una manifestazione settoriale, pensata per una specifica fascia di lavoratori, attira così tanto l’interesse dei non esperti.

Come l'alto costo dei biglietti del vinitaly non ha impedito che si trasformi in evento per tutti

Il Vinitaly è la più importante fiera del settore vinicolo grazie  alla quale le aziende, attraverso un serrato marketing b2b (in questo articolo approfondiamo aziende B2b vs B2c), ampliano e affermano il proprio business.

Pensiamoci: un tema come quello dell’eccellenza enogastronomica italiana ci tocca da vicino e rende ciascuno di noi, anche involontariamente, un portabandiera dell’eccellenza del buon cibo italiano.

Un esempio sono i fiumi di commenti di italiani inorriditi sotto a video di cuochi provetti stranieri, che si cimentano nella preparazione dei piatti della nostra tradizione nel quale tutti, primo o poi, ci siamo imbattuti.

Sarà allora facile capire come una fiera sul miglior vino in circolazione sembra doversi rivolgere a tutti gli italiani. Si tratta infatti di un tema che crea engagement anche per la gente comune. Capiamone insieme i motivi.

vinitaly biglietti

La soluzione all’elevato costo dei biglietti: nasce Vinitaly and the city

Per sopperire all’elevato costo dei biglietti (126 euro per un ingresso giornaliero che rende l’evento poco ingaggiante per i non addetti ai lavori) e per impedire che l’alto numero di visitatori si riversi negli stand della fiera, intasandola e creando disagi a chi in fiera c’è per lavoro, si sono cercate delle soluzioni al fine di accontentare tutti. 

Dal 2016 nasce infatti l’evento diffuso in tutta la città: “Vinitaly and the city”. Più di 100 appuntamenti per quattro giorni di approfondimento, cultura, arte e musica, tutto nel segno del vino made in Italy.

Parola d’ordine: accessibilità economica, il biglietto a 16,50 euro a giornata sta attirando infatti sempre più visitatori e le iniziative raddoppiano.  

Il vinitaly: evento diffuso per intercettare anche i più giovani

Quello dell’evento diffuso si dimostra un terreno fertile per intercettare i trend in chiave business e aprirsi alle nuove generazioni, coinvolgendole anche attraverso canali social e invitando personaggi pubblici del calibro di Eleonora Riso, Joe Bastianich e Alessandro Tommasi.

Insomma, il format dell’evento diffuso è la soluzione vincente che ci ricorda le iniziative collaterali che accompagnano a Milano le settimane della Fashion Week o del Salone del Mobile: lo scopo è quello di creare un vero ecosistema attorno ad un evento principale per coinvolgere sempre più gente.

Che il Vinitaly punti a diventare un appuntamento al pari delle week milanesi? 

Il marketing del vino

Analizziamo più da vicino cosa significa però comunicare il vino per un’azienda.

La vendita del vino richiede infatti un’attenzione costante ai nuovi trend di consumo, al fine di intercettare le nuove esigenze dei consumatori. Ecco alcuni esempi su cui si concentra il marketing vinicolo:

  1. Personalizzare l’esperienza del cliente. Perciò le cantine offrono loro visite speciali o etichette personalizzate; 
  2. Trasparenza e autenticità: essere informati e conoscere la storia dietro al vino è alla base del rapporto di fiducia tra azienda e cliente. 
  3. Rispetto per l’ambiente e sostenibilità sono valori sempre più importanti per i consumatori. L’acquisto di una bottiglia di vino diventa così una manifestazione di impegno verso cause più grandi. 
  4.  Velocità di consegna, specie per i millenials, propensi all’acquisto online. Utilizzare i social media come strumento  per interagire con questa generazione può portare ad un aumento delle vendite e della percezione del valore del proprio vino.

Tavernello vs Brunello di Montalcino: due esempi di comunicazione

Lo stile comunicativo del Brunello di Montalcino, uno dei vini luxury più conosciuti sul mercato, strizza l’occhio ai Millenials, attraverso il loro coinvolgimento in eventi che raccontino il pregiato vino in tutte le sue forme.

Da degustazioni in luoghi esclusivi a eventi nelle più prestigiose cantine italiane: lo scopo è quello di dialogare in tempo reale con i giovani adulti, stimolando in loro il senso della lusso e dell’esclusività.

Mentre, dall’altra parte, lo stile comunicativo del Tavernello, oggetto di una campagna di rebranding avviata nel 2021, si serve dell’ironia per migliorare la reputazione del marchio e la fiducia dei consumatori verso il Tavernello; il tentativo è anche quello di ampliare il proprio target di consumatori, rivolgendosi anche ai nativi digitali, amanti della comunicazione social.

vinitaly biglietti

Cosa ci aspettiamo da questo Vinitaly?

Quello che manca al Vinitaly per diventare evento totale al pari della MFW o del salone del mobile è forse una comunicazione mirata al pubblico più giovane che al momento sembra scarseggiare.

Il coinvolgimento di microinfluencer è ancora debole e l’effetto salta all’occhio per i pochi contenuti sponsorizzati su Instagram (vedi alcuni reel di @francesca_sommwine) e addirittura assenti su tiktok.

Che si tratti di una scelta in quanto il target dell’evento è un pubblico adulto o ci troviamo di fronte ad un tema tabù per il quale si fatica a parlare in maniera efficace di alcool ai più giovani?

La comunicazione può veicolare molti temi importanti, e l’educazione alimentare all’uso consapevole di alcool potrebbe essere un tema su cui spendere un po’ di budget da parte delle aziende interessate. Coinvolgere giovani content creator potrebbe essere un modo per educare all’assunzione responsabile di alcool, senza privarsi del piacere e del divertimento che un evento come il Vinitaly diffuso può regalare.

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